Norme e Leggi

Le Prove Strumentali

Le prove strumentali più importanti sono la misura della resistenza di isolamento, tra cui anche quella dei pavimenti e delle pareti, la prova di continuità dei conduttori di protezione, la misura della resistenza dell’impianto di terra, la misura dell’impedenza dell’anello di guasto, la misura della resistività del terreno e la prova di funzionamento degli interruttori differenziali.
La misura della resistenza di isolamento è destinata a verificare che la resistenza di isolamento dell’impianto sia adeguata a quella prevista dalla norma Cei 64-8. Questa misura si esegue applicando una tensione di prova in corrente continua all’impianto che dipende dalla tensione nominale dello stesso, rilevando poi la misura della resistenza di isolamento che deve essere superiore a 0,5 M? per i sistemi Selv e Pelv, o a 1,0 M? per le tensioni superiori.

La misura della resistenza di isolamento dei pavimenti e/o delle pareti si esegue in modo analogo alla misura della resistenza di isolamento dell’impianto, e serve per valutare se un pavimento o una parete sono conduttori o isolanti. L’ultima edizione della norma Cei 64-8 ha introdotto un nuovo elettrodo di forma triangolare da utilizzare durante la misura.
La prova di continuità dei conduttori di protezione permette di verificare la continuità di tali conduttori a partire dall’impianto di terra fino a tutte le masse, masse estranee e alveoli di terra delle prese a spina. Con questa prova non si vuole misurare la resistenza del collegamento, ma solo accertare che tale collegamento ci sia. Può essere effettuata con uno strumento “idoneo” (novità introdotta con l’ultima edizione della norma Cei 64-8).

La misura della resistenza dell’impianto di terra differisce a seconda che sia effettuata su di un sistema TT o su di un sistema TN. Nel primo caso si può utilizzare il metodo della “resistenza globale”, che permette di rilevare un valore di resistenza superiore a quello reale, ma a favore della sicurezza. È noto che con l’uso degli interruttori differenziali, è generalmente sempre garantito il coordinamento contro i contatti indiretti e la misura della resistenza dell’impianto di terra “passa in secondo piano”, rispetto alla garanzia di effettivo intervento degli interruttori differenziali.
Nei sistemi TN si deve utilizzare il metodo della caduta di tensione (o voltamperometrico), che prevede l’uso di una sonda ausiliaria e di una sonda di tensione collegate ad un misuratore di terra. Si fa circolare una corrente di prova tra il dispersore in prova e la sonda ausiliaria e si misura la tensione rispetto alla sonda di tensione. Il valore misurato è quello effettivo (avendo l’accortezza di usare strumenti a quattro morsetti, e a meno di errori strumentali) ed è fondamentale per la valutazione dell’efficacia dell’impianto di terra. Nella guida Cei 64-14 (Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori) sono evidenziati due metodi di misura: uno per dispersori di piccole dimensioni, e l’altro per dispersori di grandi dimensioni.

La misura dell’impedenza dell’anello di guasto si esegue negli impianti TN, ove i “guasti a terra” sono assimilabili a dei corto circuiti. Questa misura si esegue con idonei strumenti misuratori di impedenza, e permette di verificare il coordinamento contro i contatti indiretti nei vari circuiti dell’impianto (a questo fine è importante valutare correttamente i vari punti di misura). Le misure di impedenza si effettuano “sotto tensione”, quindi configurano lavori elettrici sotto tensione. Nel corso di tali attività deve essere garantita la sicurezza degli operatori applicando le misure di sicurezza previste dalla legislazione e dalla normativa vigente in tema di lavori elettrici (d.lgs 81/2008; norma Cei-EN 50110 e norma Cei 11-27).
La prova di funzionamento degli interruttori differenziali serve per verificare il corretto funzionamento di questi dispositivi. Come noto, per provare il funzionamento dei differenziali non basta premere il pulsate di prova. Infatti questo determina il passaggio di una corrente di prova superiore fino a 2,5 volte rispetto alla corrente differenziale nominale di intervento del dispositivo. La prova deve essere eseguita con strumenti idonei, in grado di erogare la corrente differenziale nominale prevista. Attenzione: lo strumento deve essere idoneo in relazione al tipo di differenziale da provare, cioè se di tipo “AC”, “A” o “B”. La norma Cei 64-8 non richiede la misura del tempo di intervento.

 

Da Il Giornale dell'Installatore Elettrico